“So che ne assaporerò ogni momento.” – Joe Gardner
“Soul”, film d’animazione Disney-Pixar, non è solo una storia commovente, ma una vera e propria metafora esistenziale che interroga profondamente il senso della vita, il concetto di realizzazione personale e il valore della presenza consapevole. È un viaggio psicologico nel cuore dell’identità e della vocazione, che ci invita a riscoprire la nostra “scintilla”, quella naturale spinta vitale che non sempre coincide con un obiettivo da raggiungere, ma con la capacità di vivere pienamente l’esperienza del presente.

Joe e il mito del “grande scopo”
Il protagonista, Joe Gardner, è un insegnante di musica appassionato di jazz, convinto che la realizzazione della sua vita coincida con il suonare su un grande palco. Ma proprio quando sembra a un passo dal successo, un incidente lo catapulta nell’“Ante-Mondo”, un luogo metaforico sospeso tra la vita e la morte, dove le anime scoprono la loro “scintilla” prima di incarnarsi.
Nel suo viaggio, Joe si ritrova affiancato da Anima 22, un’anima restia a vivere, convinta di non avere uno scopo, tormentata da pensieri autosvalutanti come: “Non sono abbastanza”, “Non ho nulla da offrire”, “Non ho uno scopo”. Una narrazione che rispecchia in modo sorprendente il dialogo interno di molte persone che soffrono di bassa autostima, ansia o depressione. Proprio come Anima 22, quando pensiamo di non valere, di non essere capaci, di non avere nessuna progettualità, finiamo per perderci e scollegarci dal mondo e da noi stessi.
Le credenze disfunzionali e il potere della consapevolezza
Il film offre spunti preziosi per comprendere alcuni meccanismi della terapia cognitivo-comportamentale (CBT), in particolare il ruolo delle credenze disfunzionali e degli schemi negativi su di sé, che possono limitare drasticamente le scelte di vita e alimentare sentimenti di inadeguatezza. Anima 22 si sente una “perdita di tempo”, non degna della vita, e questo la paralizza.
Attraverso l’esperienza sensoriale – gustare una pizza, ascoltare il vento tra le foglie, assaporare un lecca-lecca – Anima 22 riscopre il piacere delle piccole cose e, con esse, un desiderio timido ma crescente di vivere. Un invito, questo, a praticare la mindfulness, ovvero la capacità di stare nel qui e ora, assaporando ogni attimo con intenzionalità e apertura.
Anima 22: – “Dico sempre che la Terra è un postaccio. Ma non è stato un dramma … Ho sempre pensato che qualcosa non andasse in me, di non essere all’altezza per vivere e poi mi hai mostrato cosa significa avere uno scopo, una passione, magari la mia scintilla è guardare il cielo blu o semplicemente camminare…”
La trappola del perfezionismo esistenziale
Anche Joe, in apparenza molto diverso da Anima 22, è intrappolato in una gabbia invisibile: l’idea che la vita abbia valore solo se si raggiunge quel preciso obiettivo. Questo orientamento al risultato, seppur motivante, può diventare rischioso: se la nostra identità ruota attorno a un solo scopo, ogni fallimento può trasformarsi in una crisi esistenziale.
Soul ci insegna a superare gli schematismi, a non focalizzare i nostri piani su un unico scopo. Se lo scopo in cui abbiamo investito è unico, il suo fallimento costituisce una sconfitta totale, assoluta, quindi intollerabile e fonte di grande sofferenza. Avere più scopi significa poter orientare le nostre scelte quando uno di essi fallisce, oltre che imparare a gestire le difficoltà e a non soccombere quando si crea un vuoto predittivo.
Come nella storia raccontata dalla sassofonista Dorothea Williams – quella del giovane pesce che cerca l’oceano ignorando di nuotare già in esso – anche Joe realizza che ha inseguito un ideale senza accorgersi della ricchezza del suo presente.
Molto spesso ci perdiamo inconsapevolmente nei sogni e nelle passioni, facciamo il possibile per inseguire una meta, agiamo esclusivamente affinché quel desiderio si realizzi ma non appena lo raggiungiamo non basta a soddisfare l’essenza del vivere e a renderci completamente pieni di noi stessi. Così finiamo per tralasciare e per non dar peso a qualcosa che caratterizza e arricchisce il nostro vivere quotidiano […].
Joe si accorge che non è sufficiente la musica per vivere una vita piena e felice. Scopre che ciò che conta è saper cogliere ogni attimo, assaporare giorno dopo giorno i diversi momenti, senza cercare di ridurre il proprio talento a un’unica condizione esistenziale.
La relazione madre-figlio: il conflitto tra sogno e sicurezza
Il rapporto tra Joe e sua madre tocca un altro nodo psicologicamente rilevante: il conflitto tra il desiderio di autorealizzazione e il bisogno di approvazione e sicurezza. Joe, inizialmente remissivo e compiacente, teme di deluderla; la madre, protettiva e pragmatica, vuole garantirgli stabilità. Solo attraverso un dialogo autentico, in cui Joe esprime davvero chi è e cosa ama, i due riescono a incontrarsi su un nuovo piano di comprensione reciproca.
Cambiare strada per essere felici lo stesso
Un messaggio particolarmente potente arriva dal personaggio di Dez, il barbiere. Durante un dialogo con Anima 22 (nel corpo di Joe), emerge una verità spesso ignorata: non sempre la vita segue i piani iniziali, ma questo non significa che non possa essere significativa e felice comunque. A volte basta modificare il piano di lettura sul mondo, cambiare quello che non ci piace, ridimensionare i propri progetti, inventarne degli altri. Una riflessione che richiama i principi della psicologia della flessibilità cognitiva, fondamentale per affrontare il cambiamento senza soccombere alle frustrazioni.
“Soul” come metafora terapeutica
“Soul” è molto più di un film d’animazione. È un racconto che tocca corde profonde, capace di dialogare con le principali teorie psicologiche:
- Mindfulness: l’importanza di vivere il presente con consapevolezza.
- CBT (Terapia Cognitivo Comportamentale): la trasformazione dei pensieri negativi e disfunzionali.
- Psicologia esistenziale: la ricerca di senso e autenticità, al di là di ruoli e aspettative.
- Teorie della motivazione: distinguere tra motivazione estrinseca e intrinseca, e riscoprire il valore dell’esperienza in sé.
La vera “scintilla”, ci insegna Soul, non è uno scopo da raggiungere, una meta, un obiettivo ma una disponibilità profonda a vivere, a sentire, ad aprirsi alla bellezza quotidiana.
Ed essere pronti alla vita significa assaporare ogni aspetto, cogliere le cose più semplici, quelle che reputiamo banali, quelle che diamo per scontate. La scintilla è un inno alla vita a prescindere dagli scopi. È ciò che ci rende umani, fragili, ma è anche all’origine di chi siamo, come vogliamo essere, cosa vogliamo realizzare.
Disney/Pixar Credits