Parte 2 – Come scegliamo il nostro partner?
Come ci influenza lo stile di attaccamento nella scelta del partner?
Nella scelta del partner ci si orienta verso una persona che, oltre a soddisfare i nostri bisogni di dipendenza, è anche in grado di ricordare o di distanziarsi da qualche figura importante del passato, come quella genitoriale.
Molto spesso la persona per cui sentiamo attrazione è quella che meglio riesce a impersonare ruoli e mettere in atto comportamenti che in passato ci hanno fatto soffrire, da cui originano i cosiddetti mommy o daddy issues. Il fatto che il partner rivesta ruoli appartenenti al passato del soggetto, inoltre, consente a quest’ultimo di mantenersi fedele alla propria famiglia d’origine.
In altri casi, invece, viene scelto un partner che possa mettere in atto un comportamento correttivo, impersonando ruoli e caratteristiche opposte a quelle della famiglia d’origine del soggetto.
In entrambi gli scenari i partner forniscono un servizio reciproco, perché si permettono a vicenda di correggere il passato o di dimostrare fedeltà alla propria famiglia d’origine.
Secondo la teoria dell’attaccamento, il rapporto che si instaura tra due partner sarebbe sostanzialmente analogo a quello che unisce genitore e figlio, sia per quanto riguarda il bisogno di intimità e condivisione e le aspettative di ricevere conforto e sostegno, che per la sofferenza provocata da separazioni e da minacce alla relazione. Problemi con le figure genitoriali potrebbero portare quindi ad altrettanti problemi relazionali col partner in età adulta.
Ogni stile di attaccamento implica una serie di attese e timori riguardo ai rapporti interpersonali, in modo che solo un partner con aspettative e timori compatibili potrà essere selezionato.
Attaccamento e legami di coppia
Le persone con un attaccamento sicuro:
- hanno imparato a vedere l’altro come una base sicura e accogliente;
- si muovono dalla credenza di essere degne di essere amate e di essere in grado di saper discriminare le persone affidabili da quelle inaffidabili;
- la loro capacità di dare cure è bilanciata da quella di richiederle in modo adeguato;
- riescono a gestire in modo equilibrato emozioni piacevoli e spiacevoli, esprimendo i propri vissuti in modo adeguato e con fiducia nella disponibilità del partner;
- la loro autostima non risente delle eventuali rotture della relazione.
Sul versante opposto, chi ha sviluppato un attaccamento disorganizzato:
- ha in mente rappresentazioni mentali incoerenti e non integrate di sé e degli altri;
- tende ad organizzarsi in modo caotico anche nella ricerca del partner;
- alternerà con molta probabilità la ricerca di vicinanza a quella di indipendenza, adottando gli stessi comportamenti imprevedibili che teme e cerca di evitare negli altri;
- finiscono facilmente con il trovare partner maltrattanti o svalutanti, muovendosi dalla percezione di sé e dell’altro come contemporaneamente vittime e aggressori, entrando in circoli viziosi in cui ricerca di vicinanza e paura del coinvolgimento si attivano in modo caotico.
Gli individui evitanti/distaccati:
- si legheranno molto probabilmente tra loro;
- tendono a riprodurre la “freddezza” tipica delle loro prime esperienze di attaccamento con lo scopo di evitare eventuali rifiuti;
- difficilmente riconoscono le emozioni negative: le dissociano escludendole dalla coscienza per non dover sperimentare il dolore di un eventuale rifiuto
- spesso, pongono dei limiti alla vicinanza e alle manifestazioni di affetto.
Gli ambivalenti/invischiati:
- tendono a creare relazioni in cui alternare momenti di fusione con l’altro a momenti di estrema insofferenza accompagnata spesso da esplosioni di rabbia;
- hanno imparato che segnali comportamentali dirompenti possono assicurare la vicinanza della figura di accudimento
- di conseguenza, tendono ad esprimere elevati livelli di ansia e rabbia, con lo scopo di mantenere la vicinanza dell’altro percepito come imprevedibile e instabile.

Quali possono essere le compatibilità?
Sono state evidenziate alcune possibili compatibilità:
- i soggetti con attaccamento sicuro tendono a scegliere un partner con attaccamento sicuro;
- gli individui insicuri scelgono un partner con attaccamento insicuro, ma di tipo diverso dal loro. Così facendo confermano la percezione di sé e degli altri e giustificano la ripetizione dei propri modelli relazionali.
Infatti, un evitante, con la sua paura dell’intimità e il suo bisogno di mantenersi a una certa distanza dall’altro, scegliendo un partner ambivalente che invece aspira a un’unione assolutamente fusionale, non fa altro che trovare conferme alla propria visione negativa degli altri e a trovare giustificazioni per il suo non coinvolgersi troppo.
Allo stesso modo l’ambivalente trova conferme alle proprie paure e insicurezze e giustificazioni per la propria dipendenza proprio dal continuo allontanarsi dell’evitante (un esempio è quello che accade al dipendente affettivo in coppia).
Come è possibile risalire al proprio tipo di attaccamento?
Attraverso un percorso di psicoterapia è possibile conoscere e comprendere le origini del proprio stile di attaccamento. Questa costruzione di significati ha l’obiettivo di prendere consapevolezza dello schema che si attiva ogni qual volta entriamo in relazione. Anche se è vero che i modelli di attaccamento si mantengono relativamente stabili nel tempo, tuttavia nuove relazioni, come quella terapeutica, possono portare ad una modifica dei modelli operativi interni.